Cosa sono gli anticorpi antinucleo e cosa succede se sono positivi durante la gravidanza?
Gli anticorpi antinucleo (noti anche con l’acronimo di ANA - Anti-nuclear antibody) sono una categoria di autoanticorpi, vale a dire degli anticorpi che l'organismo produce contro se stesso. Questi tipi di anticorpi sono presenti in caso di malattie autoimmuni, come ad esempio il lupus eritematoso sistemico, malattie infiammatorie croniche, epatopatie e malattie polmonari. Fra le conseguenze che possono essere provocate dall’elevata presenza di anticorpi antinucleo positivi in gravidanza, si registra in primis il rischio di andare incontro a ripetuti aborti spontanei.
Generalmente, le donne alle quali non è stata diagnosticata una malattia autoimmune, ma che hanno avuto aborti multipli, vengono infatti sottoposte al test per valutare i livelli degli anticorpi ANA. Tale test rivela appunto la presenza di anticorpi anti-nucleo nel sangue, e potrebbero spiegare la presenza di ricorrenti problemi nel portare a termine la gravidanza. Livelli significativi di ANA nel sangue possono indicare dunque la presenza di una malattia autoimmune.
Fra le cause della presenza di anticorpi anti-nucleo positivi durante la gravidanza potrebbe esservi la cosiddetta malattia di Sjögren, una malattia infiammatoria che comporta generalmente sintomi come irritazione, secchezza, bruciore agli occhi, astenia e stanchezza che non si attenua neanche dopo il riposo notturno.
In linea generale, le donne che presentano tale malattia possono condurre una gravidanza abbastanza tranquilla, anche se devono comunque essere poste sotto controllo del medico, il quale dovrà valutare con regolarità l’andamento della gravidanza e lo stato di salute del feto e della futura mamma.
Questo perché, in circa il 2% dei casi è possibile che si presentino nel bambino una serie di disturbi detti “lupus neonatale”, ovvero una malattia che comporta delle alterazioni della pelle, del sangue e del fegato. Fra i possibili rischi collegati a questa malattia vi è inoltre quello del blocco cardiaco congenito, a causa del quale il cuoricino del feto batterà con una frequenza più bassa rispetto al normale. Se la frequenza del battito cardiaco è troppo bassa, potrebbe verificarsi la morte del feto in utero o subito dopo la nascita.
In caso contrario, potrà nascere un bambino normale, che però richiederà dei controlli da parte di cardiologi pediatri. Più avanti questi bambini potrebbero avere bisogno dell’applicazione di un pace-maker. In seguito all’operazione i piccoli potranno vivere poi una vita del tutto normale, senza alcun tipo di handicap, ma sempre sotto il controllo regolare da parte del medico specialista.
Alla luce di quanto detto, appare chiaro che la futura mamma che presenta anticorpi antinucleo positivi in gravidanza dovrà essere monitorata attentamente dal medico, con controlli specialistici che comprenderanno anche l’analisi del cuoricino del feto ogni 2 settimane, e con la somministrazione di una terapia farmacologica.

Anticorpi antinucleo positivi in gravidanza: cosa significa
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