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Spazio dedicato alla publicazione di articoli e notizie relative alla Fecondazione eterologa.
habbi
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Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da habbi »

Eterologa, mancano gli ovuli.Donatrici da Spagna e Grecia
BOLZANO. Donatrici cercansi per regalare alle coppie che non possono avere figli la possibilità di provare a realizzare il sogno: è l’appello che arriva dal Centro di riproduzione e crio-conservazione del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Brunico.

Dopo il pronunciamento, il 9 aprile del 2014 della Corte costituzionale, il 15 luglio anche in Alto Adige come nel resto del territorio nazionale, sono entrate in vigore le nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione assistita che comprendono anche la fecondazione eterologa, tecnica che consente l’utilizzo di seme oppure ovuli provenienti da soggetti esterni alla coppia.

«Siamo pronti a partire», aveva dichiarato nel corso di una conferenza stampa l’assessore Martha Stocker. Ad un mese di distanza da quell’annuncio siamo andati all’ospedale di Brunico, dove c’è il Centro di riproduzione e crio-conservazione, punto di riferimento provinciale per le coppie con problemi di sterilità. Alla guida della struttura Bruno Engl, 60 anni, che era a Monaco quando, all’inizio degli anni ’90, si cominciavano ad applicare le prime tecniche di fecondazione assistita: è lì che si appassionato a questo campo che ha aperto nuove frontiere a livello clinico, ponendo però problemi giuridici ed etici.

Da quella prima esperienza si è creato un team di sette medici, due biologi e una psicologa. Ieri, vigilia di ferragosto come ogni giorno dell’anno, la sala d’aspetto del Centro sterilità, al terzo piano dell’ospedale pusterese, era piena di donne, ma soprattutto coppie (molte di madrelingua italiana), arrivate a Brunico con la speranza di diventare un giorno - il prima possibile - genitori.

La fecondazione eterologa offre oggi una possibilità in più, evitando alle coppie di dover andare - come avveniva finora e in parte avviene ancora - all’estero. Le nuove linee guida sono entrate in vigore da un mese, voi siete già operativi? «Lo siamo solo in parte, perché in tutt’Italia - come previsto - c’è il problema del reperimento del seme e degli ovuli». Che si supera come? «Tra un mese la Provincia bandirà una gara europea: facile prevedere che parteciperanno centri greci, spagnoli, cechi».

Ma perché in quei Paesi i donatori e soprattutto le donatrici si trovano? «C’è una tradizione che da noi non c’è e soprattutto è previsto un riconoscimento economico in particolare per le donne che devono sottoporsi a cure specifiche, perdendo anche giornate di lavoro». Da noi a quanto ammonta il rimborso? «Massimo 200 euro, troppo poco». Per una cifra del genere, ovvero gratis, si può fare solo per una sorella. «In realtà, non si può fare perché è previsto l’anonimato del donatore. Come Comitato scientifico avevamo suggerito che nella legge si prevedesse la possibilità, giunti a 18 anni, di sapere chi è il proprio genitore biologico, ma non è passato». Quindi quando sarete realmente operativi? «Da ottobre».

Avete già richieste? «Almeno una quindicina tra coloro che rientrano nei parametri fissati dalla normativa. Il legislatore prevede come età massima della donna che si sottopone al trattamento i 43 anni e ammette fino a quattro tentativi (finora erano tre) in forma di fecondazione omologa o eterologa». Costi? «Per i residenti in provincia è gratuito: si paga solo un ticket (36 euro a prestazione)». Quanto costerà invece alla Provincia l’importazione di ovuli? «Dipende dalle offerte delle banche che parteciperanno alla gara, ma in genere i prezzi si aggirano sui 4-500 euro a ovulo e ne servono in media 5-6 per ogni tentativo».

Coloro che, o perché comunque non rientrano nei parametri fissati dalla legge o perché si erano già mossi autonomamente andando nei centri specializzati in giro per l’Europa, dopo il via libera all’eterologa possono rivolgersi a voi per l’impianto? «L’eterologa la stiamo già facendo su questi casi: ne stiamo seguendo una ventina. Arrivano con l’embrione allo stadio precoce acquistato all’estero (la spesa si aggira tra i 5 e gli 8 mila euro), si fa la cultura in laboratorio e poi il transfer.

Questo evita alle coppie ulteriori spese per il soggiorno minimo di 7-8 giorni all’estero e rende più facili, anche per una questione di lingua, i rapporti tra paziente, medico e psicologo». Possibilità di riuscita con la fecondazione eterologa? «Meglio dell’omologa (in questo caso il seme e l’ovulo appartengono alla coppia) in quanto si usano rispettivamente seme e/o ovuli
di donatori che non hanno problemi. Ciò comporta che la percentuale di riuscita si aggiri sul 60%, contro il 27% dell’omologa».

Età della donatrice? «Dai 18 ai 35 anni». Per il vostro centro aumenterà il lavoro? «Per questo abbiamo chiesto un biologo in più (attualmente sono due)».
gabrycia
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Iscritto il: 21 mag 2015, 11:23

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da gabrycia »

Fecondazione eterologa: regolamento donatori, limiti eta' e massimo 10 nati
(AGI) - Roma, 8 ago. - Limiti di eta' per i donatori, massimo dieci nati per ciascun donatore (per evitare rischi di unioni tra consanguinei inconsapevoli), e ancora i termini per le procedure di selezione del donatore e le informazioni alla coppia. Sono i punti del regolamento per la fecondazione eterologa trasmesso dal ministero della Salute alla Conferenza Stato regioni. Il provvedimento, che completa il recepimento di normative europee riguardanti cellule e tessuti, definisce alcune prescrizioni tecniche relative agli esami da effettuare in generale su cellule e tessuti umani, e in particolare sulle cellule riproduttive donate da persone diverse dal partner, cioe' sulla donazione di gameti per la fecondazione eterologa.
Per quanto riguarda la fecondazione eterologa, le principali novita' sono le seguenti: 1. Eta' dei donatori: tra 18 e 40 anni per gli uomini e tra 20 e 35 anni per le donne. Si tratta di limiti di eta' decisi in base a criteri di efficacia e sicurezza (aumentando l'eta' aumentano i fattori di rischio di tipo genetico e diminuisce la fertilita', soprattutto per le donne); la differenza e' dovuta anche al diverso sviluppo dell'apparato sessuale in uomini e donne. 2. Numero massimo di nati per ogni donatore: dieci - per ridurre al minimo il rischio di unioni inconsapevoli fra consanguinei nati da eterologa - con deroga per quelle coppie che, avendo gia' avuto un bambino da eterologa, chiedono lo stesso donatore perche' i nati siano comunque fratelli biologici. Il registro Nazionale dei Donatori consentira' di contare le nascite e bloccare i gameti del donatore - tranne che per eventuali deroghe - quando il numero massimo previsto delle nascite sara' raggiunto. 3. Si stabilisce la procedura per la selezione del donatore, che prevede innanzitutto l'anamnesi sanitaria e medica del donatore, mediante un colloquio individuale e la compilazione di un questionario dedicato, a cura del medico responsabile della selezione; si procede poi con gli esami per patologie di tipo infettivo (ex. HIV e epatite), che prevedono una tempistica diversa nei prelievi di sangue per donatori di eterologa rispetto alla fecondazione omologa: nel primo caso si effettuano prelievi a ogni donazione, nel secondo si osservano tempi piu' lunghi. Si procede poi allo screening per valutazione del rischio di patologie di tipo genetico: attraverso una consulenza genetica scritta, tenendo anche conto del contesto etnico del donatore, si possono prevedere ulteriori esami, incluso il cariotipo, per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di specifiche patologie ereditarie. Al riguardo, nel regolamento viene fissato un criterio numerico per stabilire quando si puo' parlare di "prevalenza" di una certa patologia nel contesto etnico del donatore. Tutti i donatori debbono comunque effettuare il test della fibrosi cistica. Se il donatore viene a sapere di avere una patologia ereditaria dopo aver effettuato la donazione, dovra' informare subito il centro presso cui ha effettuato la donazione. E' vietata la donazione di gameti fra parenti fino al quarto grado, per i quali c'e' rischio maggiore di trasmissione di eventuali patologie genetiche. 4. La coppia che accede alla fecondazione eterologa, ricevera' un'informazione completa sugli esami fatti dal donatore, nel rispetto della riservatezza della sua identita', ma dovra' anche essere consapevole che per quanto rigorosa, nessuna procedura di selezione del donatore potra' garantire l'assenza di patologie nel nascituro. 5. Come indicato dalle linee guida della L.40, questi criteri di selezione dovranno essere applicati anche a coloro che, sottoponendosi alla fecondazione assistita di tipo omologo, decidono di essere anche donatori (egg sharing o sperm sharing).
palmina
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Iscritto il: 27 gen 2015, 11:27

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da palmina »

Procreazione medicalmente assistita: italiani ancora poco informati
La maggioranza degli italiani vede la fecondazione assistita come un progresso per la coppia ma sull’argomento c’è ancora molta confusione. Tanti dubbi soprattutto al Sud
Procreazione medicalmente assistita. Si scrive tanto sul limite tra legalità e illegalità, tra questione morale e di come sfidare la natura possa essere “troppo”. Ma, effettivamente, quanto ne sappiamo per darne un giudizio critico? Molto poco. Secondo un’indagine Swg, condotta su un campione di mille persone, gli italiani non sono ben informati e c’è molta confusione. La maggioranza ha sentito parlare di procreazione assistita ma il 72% è poco o per niente informato.
Scopo: il concepimento

Una coppia che, dopo numerosi tentativi mirati a concepire, non riesce ad avere un figlio, accertato che esiste un problema di infertilità, può ricorrere alla procreazione medicalmente assistita (pma). Non si tratta di una modalità, ma di più tecniche utilizzabili per arrivare artificialmente alla fecondazione, ossia alla fusione, all’interno del corpo della donna, dell’ovocita e dello spermatozoo per l’inizio di una gravidanza.
Retaggi culturali superati

Gli italiani tradizionalisti rompono, però, gli schemi del passato: l’84% degli intervistati vede la pma come un fattore di progresso a beneficio della coppia che non riesce a concepire naturalmente. Un passo decisamente in avanti dal punto di vista culturale. Il 68% del campione si dichiara favorevole alla procreazione assistita, specie i più giovani, probabilmente perché meno condizionati da retaggi culturali. Emergono, però, dubbi e perplessità di carattere etico: una consistente parte degli intervistati ritiene che scegliere la procreazione medicalmente assistita sia difficile soprattutto rispetto alla famiglia e alla società. I titubanti sono di più al Sud, il 56%, contro il 41 del Centro e il 48%del Nord. I numeri sono sempre più alti al Sud (54%) riguardo al dubbio che le tecniche utilizzate possano portare a una selezione degli embrioni contraria all’etica, mentre il Centro si attesta al 34 a fronte del 47% del nord Italia.
Mancano i donatori

Anche se è caduto il divieto imposto in precedenza dalla Legge 40 sulla fecondazione eterologa (in cui il seme o l’ovulo appartengono a una terza persona esterna alla coppia), a questa metodica in Italia si fa ancora poco ricorso. Di fatto mancano i donatori, sicuramente per la scarsità di conoscenza sull’argomento. Infatti, del 68% favorevole alla Pma, addirittura il 40% si rivolgerebbe all’estero e il 2 lo ha già fatto. Dei favorevoli, poi, il 26% vorrebbe ricorrere a strutture presenti in Italia. Il problema è che manca una cultura della donazione e su questo aspetto molto bisogna ancora fare.
maryrose
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Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da maryrose »

Donatori di sperma cercasi: la Banca Nazionale inglese ne ha solo nove
Al via una campagna per motivare gli uomini: il paese britannico paga l’assenza di anonimato che permette ai futuri figli di conoscere il nome del padre
La Banca Nazionale dello Sperma della Gran Bretagna cerca donatori: ne ha solo 9 nel suo database e ora corre ai ripari pensando a qualche spot che spinga gli uomini a farsi avanti.

Il problema dell’anonimato

La UK National Sperm Bank è stata aperta in realtà solo da un anno e ha sede a Birmingham presso l’Ospedale delle Donne. Aggiungendosi alle banche del seme private o addirittura online che esistono nel paese, questa ufficialmente consente un maggior controllo dal punto di vista medico.
Il “problema donatori” nasce però dalla legge britannica, che dal 2005 ha tolto l’anonimato. In pratica quindi i futuri figli dei donatori a 18 anni avranno la possibilità di conoscere il nome del padre naturale, anche se legalmente non ci saranno responsabilità nè conseguenze.
«Forse potremmo anche offrire più soldi», dice Laura Witjens, l’amministratore delegato della UK National Sperm Bank, «però non è una buona idea dal punto di vista della sicurezza perché le persone potrebbero nascondere problemi di salute pur di guadagnare denaro».

Un supereroe che motivi gli uomini

Come fare allora? «Intanto 9 donatori possono aiutare 90 famiglie che altrimenti sarebbero andate all’estero», dice la dottoressa Witjens e propone una campagna pubblicitaria con un “supereroe” sullo stile di quella danese della più grande banca mondiale di sperma che qualche tempo fa recitava: «Ecco l’invasione Vichinga: esportiamo birra, Lego e sperma». «Potremmo incentivare gli uomini col messaggio: mostra il tuo valore, fammi vedere quanto sei bravo», esorta la Witjens.

Le caratteristiche del donatore

Diventare donatore non è semplice comunque: oltre alla questione anonimato, la pratica richiede un certo impegno, gli uomini devono frequentare la clinica due volte alla settimana per tre o quattro mesi e si devono sottoporre a una vasta gamma di test medici. E la “fatica” viene premiata con un piccolo rimborso spese da 35 sterline ogni visita all’ospedale. I potenziali donatori devono avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni ed essere controllati rispetto a eventuali anomalie genetiche che potrebbero essere trasmesse alla prole e alle malattie infettive.

L’attività della UK National Sperm Bank

Con la campagna pubblicitaria che lancerà a novembre la UK National Sperm Bank conta di raggiungere abbastanza donatori nel giro di cinque anni, anche se per farlo dovrà implementare le sue strategie di comunicazione. La dottoressa Witjens conta di vendere i primi lotti di spermatozoi della clinica dal gennaio 2016. Tra l’altro la UK National Sperm Bank è anche la prima clinica del Regno Unito che dà alle persone appartenenti a minoranze etniche la possibilità di scegliere tra una gamma di donatori culturalmente abbinati.

Anche in Italia si pensa a una campagna

In Italia da quando il divieto all’eterologa previsto nella legge 40 è decaduto, il Ministero sta finendo di preparare le nuove linee guida per le coppie che accedono ai trattamenti e per i donatori di gameti (seme ed ovuli) contenuto nel testo di un nuovo Regolamento, già approvato dal Consiglio Superiore di Sanità, che sta proseguendo il suo iter. «Presto - dichiara il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin - , il recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti e una campagna nazionale per incentivarla»
Mauritia
Messaggi: 840
Iscritto il: 20 lug 2015, 09:06

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da Mauritia »

Nascite: nuovo record negativo per l’Italia
Nonostante il 2014 sia stato un anno record per il calo della natalità in Italia, anche nel 2015 continua a diminuire il numero del neonati.
Allarme per le nascite in Italia: sempre meno bambini. Tutti i particolari da CheDonna.it.

Se nel 2014 erano nati così pochi bambini in Italia tanto da arrivare a toccare il livello minimo dall’Unità d’Italia, con il record negativo di 509mila nuovi nati, nel 2015 nasceranno ancora meno bambini. E’ quanto comunica l’Istat nelle sue ultime stime, riportando i dati dei primi tre mesi di quest’anno.

Nei mesi di gennaio-febbraio-marzo 2015, infatti, i neonati in Italia sono calati ancora rispetto ai primi tre mesi del 2014, facendo registrare un -3,71%. Nel primi tre mesi del 2015 sono nati 118.498 bambini, meno dello scorso anno. Se questo andamento sarò confermato, alla fine dell’anno avremo toccato un nuovo record negativo con meno di 500mila nati.

“Le culle italiane sono sempre più vuote: il bollettino demografico dell’Istat relativo ai primi 3 mesi dell’anno riporta 118.498 nati, il 3,71% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Se il trend continuerà, dunque, prevediamo quest’anno una riduzione di natalità quasi doppia rispetto al 2014, con per la prima volta nella storia meno di mezzo milione di bebè della ‘classe 2015′”, è l’allarme che lancia Italo Farnetani, pediatra di Milano esperto di natalità nel nostro Paese, all’agenzia Adnkronos.

Del resto tra crisi economica che non se ne vuole andare, alta disoccupazione, lavori precari e malpagati, discriminazione e licenziamenti per le donne lavoratrici che fanno figli, asili per bambini assolutamente insufficienti e costosi, non è un mistero che le coppie italiane non facciano più figli. L’aumento dell’età pensionabile ha poi di fatto impedito a molti nonni, e soprattutto nonne, di dare una mano con i nipoti, a fronte di servizi all’infanzia pressoché nulli nel nostro Paese (e basta vedere la posizione che occupa l’Italia nella classifica dei migliori Paesi per le famiglie). In Italia, poi, sono in aumento anche i casi di infertilità. Uno scenario che getta una lunga ombra sulla natalità in Italia e che ha perfino fatto lanciare all’Onu l’allarme sull’estinzione degli italiani. Troppe poche nascite rispetto al numero dei morti.

La popolazione invecchia, ma a livello governativo non sembra si voglia affrontare seriamente il problema: finché la disoccupazione sarà elevata, nonostante il Jobs act e alcuni timidi miglioramenti, finché non sarà fermata la discriminazione sul lavoro delle donne che decidono di fare figli, non si andrà da nessuna parte e il destino sarà segnato. Ma la politica di questi tempi ha il fiato corto e la vista miope, non si va oltre la breve, brevissima scadenza. Un male comune un po’ a tutta l’Europa, che non fa che inseguire le emergenze, in ogni campo.

Il dato preoccupante è che il calo di nascite in Italia nei primi tre mesi del 2015 è stato più forte di quello dello stesso periodo del 2014. Allora ci furono 2.691 nati in meno, quest’anno sono stati 4.568 nati in meno. Allora il calo dei primi tre mesi dell’anno fu del 2,13%, poi confermato su base annua a -2,27%. Se il calo del 3,71% dei primi tre mesi del 2014 sarà confermato, avremo a fine anno un dato da paura. Secondo le proiezioni, nasceranno nel 2015 in Italia 483mila bambini, sotto la soglia psicologica del mezzo milione. Un dato che secondo Farnetani è “collegato alla crisi”. La natalità , afferma il pediatra, “è il miglior indicatore dell’economia reale del Paese”. “E la riduzione di nascite è figlia di una situazione difficile, incerta, oltre che di politiche che non hanno favorito una scelta simile”, conclude.

Nemmeno le nascite di bambini figli di immigrati contribuiranno ad alzare il numero. Anche tra gli stranieri in Italia, infatti, si fanno meno figli.

Il pediatra si augura comunque un’inversione di tendenza: “Se abbiamo davvero visto il fondo di questa brutta e lunga crisi, come alcuni dati lasciano credere, gli effetti non tarderanno a vedersi”. Il banco di prova sarà l’anno prossimo. Se nel 2016 le nascite non riprenderanno, allora sì che saremo davvero in brutte acque.
balena
Messaggi: 864
Iscritto il: 27 mag 2015, 23:40

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da balena »

In Italia non ci sono donatori e per loro non è previsto alcun compenso economico. Per ora le coppie possono scegliere se acquistare gameti all’estero o rivolgersi al «fai-da-te»

Premessa necessaria. In Italia la fecondazione eterologa è legale dal 9 aprile 2014, quando la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40 del 2004 che vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità. A regolare la materia sono le linee guida emanate a luglio dal Ministero della Salute e il Regolamento sulle donazioni, già approvato dal Consiglio Superiore di Sanità, che lo stesso Ministero ha trasmesso ad agosto alla Conferenza Stato-Regioni. Passi importanti nell’iter che porterà a definire regole certe per i centri di procreazione assistita. È stata anche annunciata una campagna per promuovere la donazione dei gameti.

Ma ecco lo stato dei fatti, secondo quanto previsto dalla legislazione. All’eterologa possono accedere solo coppie eterosessuali, sposate o conviventi, e solo con sterilità comprovata al 100 per cento. Per poter effettuare l’intervento è necessario disporre di ovociti o spermatozoi di donatori (a seconda che l’infertilità sia maschile o femminile, o di entrambi). Ad agosto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha stilato il regolamento con le prescrizioni tecniche sulla donazione, una parte rimasta fuori dalle linee guida emanate precedentemente. Primo limite è quello dell’età dei donatori: tra 18 e 40 anni per gli uomini e tra 20 e 35 anni per le donne. Ogni donatore può arrivare a un massimo di dieci figli, per ridurre al minimo il rischio di unioni inconsapevoli fra consanguinei (è prevista solo una deroga per la coppia che desidera dare un fratello biologico a un bambino già nato). Il conteggio dei nati verrà tenuto da un Registro nazionale, previsto con la Legge di stabilità. L’anonimato è garantito per legge: sarà possibile tracciare il donatore di ovuli o spermatozoi solo per motivi di salute del nato. Inoltre è previsto che, per quanto possibile, si mantenga lo stesso fenotipo della coppia in relazione al colore della pelle, dei capelli e anche rispetto al gruppo sanguigno del bambino. Le procedure per la selezione del donatore sono basate su esami infettivologici e genetici, per escludere la trasmissione di patologie.

Ma oggi in Italia c’è un grosso problema: la carenza di gameti (ovociti e spermatozoi). Mancano i donatori, al momento non esistono campagne di informazione. La legge prevede che non sia prevista alcuna retribuzione economica, ma solo «forme di incentivazione». «La donazione di cellule riproduttive è atto volontario, altruista, gratuito - si legge nelle linee guida del Ministero -, ma non si escludono forme di incentivazione in analogia con quanto previsto per donazione di altre cellule, organi o tessuti, purché non siano di tipo economico».

I gameti donati vengono conservati nelle banche del seme: in Italia ne esistono numerose, sono presenti in quasi tutti i centri per il trattamento della sterilità (ed esistono anche strutture private che effettuano il congelamento dei gameti), ma per ora contengono per la maggior parte (almeno nei centri pubblici) campioni seminali raccolti per motivi di salute, per esempio nel caso di pazienti che sperano di avere figli in futuro nonostante la perdita di fertilità causata dalla malattia. Ci sono anche migliaia di ovociti congelati in Italia, sempre per gli stessi motivi. Questi gameti non rispondono agli standard richiesti oggi per la fecondazione assistita e dunque non possono essere utilizzati per l’eterologa. Il problema della mancanza di donatori non è solo italiano: recentemente la UK National Sperm Bank, banca nazionale dello sperma inglese, ha ammesso di avere solo 9 donatori e avviato una campagna per sensibilizzare gli uomini. Il problema è la mancanza di anonimato, stabilita in Gb da una legge del 2005: i figli dei donatori, una volta maggiorenni, hanno il diritto di conoscere il nome del padre biologico, anche se questo non comporta alcuna conseguenza legale.

In Italia l’anonimato è invece garantito: sarà possibile tracciare il donatore di ovuli o spermatozoi solo per motivi di salute del nato. Solo una volta compiuti i 25 anni, il nato con la fecondazione eterologa avrà la possibilità di conoscere l’identità del padre o madre biologici: a questo punto il donatore viene ricontattato e, se lo decide, potrà rivelare la propria identità. Un punto problematico, a parere di alcuni esperti, dato che tra alcuni anni (una ventina, si presume) alcuni figli dell’eterologa potrebbero avere il desiderio di conoscere il proprio padre - o madre - biologico (anche contro la volontà di quest’ultimo) e si rischia un fioccare di cause nei tribunali.

Per la fecondazione eterologa la Conferenza delle Regioni ha stabilito un ticket unico, con un importo variabile dai 400 ai 600 euro. Fa eccezione la Lombardia (vedi card successiva). In diverse regioni si paga il ticket anche per la fecondazione omologa (cioè con gameti provenienti dai membri della coppia): per esempio in Toscana il ticket per l’eterologa è di 500 euro (anche per chi arriva da fuori regione), stessa cifra che si paga per l’omologa nella stessa regione.
sempreansiosa
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Iscritto il: 20 lug 2015, 09:07

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da sempreansiosa »

Eterologa, tutto fermo. Centinaia in lista d'attesa

Fecondazione eterologa
Al Sacco è stata creata una lista d'attesa ufficiale. E ad aspettare una telefonata, nella speranza di riuscire ad avere un giorno un figlio, ci sono già oltre cento coppie. In tutta la Lombardia se ne contano circa 6mila con problemi di sterilità che non vogliono andare all'estero per poter concepire un bambino.

Ma negli ospedali pubblici, a un anno e mezzo dalla sentenza della Consulta, l'eterologa ancora non parte. E le poche strutture che si sono mosse per avviare le procedure già si scontrano con la mancanza di donatori ma soprattutto di donatrici, difficilissime da reperire senza un rimborso spese.

Ed ecco partire l'operazione Egg sharing e le campagne di sensibilizzazione rivolte alle donne. «Il problema degli ovociti in Italia è enorme — spiega Valeria Savasi, re sponsabile del centro di riproduzione assistita del Sacco — l'unica speranza in questo momento è chiedere aiuto al le donne che già si sottopongono alla fecondazione omologa».

Il meccanismo, in sé, sembra semplice: fra gli ostacoli più grandi che rendono complicate le donazioni di gameti sul fronte femminile, c'è lo stress a cui è sottoposto il corpo di una donna. E tutti i timori che ne conseguono. Il ciclo di bombardamento ormonale, ma anche l'operazione per il prelievo degli ovuli, non sono una passeggiata. Per aggirare il problema, una delle soluzioni, già praticata all'estero, sta quindi nel chiedere a chi già affronta le procedure per il concepimento in provetta (ma non ha bisogno di donatori esterni) di devolvere gli ovociti in più, prodotti grazie alla stimolazione ormonale, alla causa dell'eterologa.

«Non è però così scontato che le donne accettino— spiega Paolo Levi Setti, responsabile del Fertility center dell'Humanitas, uno dei più grandi d'Italia — In questo momento le tecniche di procreazione assistita hanno più successo dal congelamento, non dal 'fresco ». Le coppie, quindi, potrebbero essere restie a regalare ovociti perché questi potrebbero servire in un secondo momento se una o più gravidanze non dovessero andare a buon fine. «E in ogni caso, non coprirebbe più del 5-10 per cento delle richieste».

Alla Mangiagalli i medici del centro che si occupa di procreazione assistita stanno elaborando un protocollo ad hoc proprio per l'Egg sharing, e da questo autunno chiederanno alle pazienti che hanno già in cura per l'omologa se vogliono donare i loro ovociti a un'altra coppia in attesa per l'eterologa, con l'obiettivo di essere operativi entro fine anno.

Mentre al Sacco di donatrici non ne sono proprio arrivate, nonostante l'ospedale sia pronto ad accoglierle, nella stragrande maggioranza delle strutture non vengono ancora accettate. «Per il momento abbiamo dovuto dire no — spiega Edgardo Somigliana, a capo del centro della Mangiagalli — ancora non è chiaro il panel di visite ed esami a cui gli aspiranti donatori devono essere sottoposti». Di qui, anche in via della Commenda l'idea di ricorrere all'Egg sharing.

Un'altra opzione c'è: importarli dall'estero. Una procedura troppo costosa però, a cui invece sempre più spesso ricorrono le cliniche private dove in alcuni casi, come alla Matris, l'eterologa è già partita. «Non abbiamo ancora fatto una vera e propria lista d'attesa — aggiunge Somigliana—per noi è più utile considerare caso per caso: viste le difficoltà, vorremmo dare la precedenza a quelle coppie giovani in cui la sterilità è causata da una malattia o una chemioterapia».

Certo è che la situazione in Lombardia è ancora in stallo. Anche per colpa della scelta della Regione di non prevedere un rimborso. Contro questo si è già espresso il Consiglio di Stato e a fine settembre è in programma l'udienza al Tar. Che le coppie ancora in attesa siano tante lo dimostra anche l'elevato numero di persone che si sono rivolte alla Casa dei diritti del Comune per chiedere una consulenza in materia: oltre 170.

«Lo sportello — spiega Rossella Bartolucci, presidente di Sos Infertilità — è nato all'indomani della sentenza della Consulta: all'epoca pensavamo che nel giro di poco la situazione si sarebbe sbloccata. Purtroppo non è così, e ancora oggi a chi è vicino al limite di età dobbiamo consigliare di andare all'estero»
francesina
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Iscritto il: 29 mag 2015, 09:08

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da francesina »

Preoccupazione per i costi eterologa in Italia
Da quando, il 9 aprile 2014, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto ad avere figli per le coppie infertili (che non hanno alcuna possibilità di concepire un figlio in maniera naturale) molte cose sono cambiate. Ma rimane, soprattutto da parte di alcuni esponenti delle forze politiche, la preoccupazione in merito ai costi che le prestazioni sanitarie per la fecondazione assistita di tipo eterologo potrebbero rappresentare per le tasche del paese.

Proprio in merito a questa preoccupazione, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha presentato un’interrogazione alla Giunta sull’argomento, dichiarando che in molte regioni vi è una reale e tangibile difficoltà nel reperimento dei gameti, cosa che spinge le regioni a cercare ovociti all’estero, con un dispendio economico non indifferente.
Costi eterologa
In regioni come l’Emilia Romagna, per fare fronte alle numerose richieste da parte di coppie infertili che vogliono sottoporsi alla fecondazione eterologa, vi è la predisposizione ad acquistare gli ovociti all’estero. Le richieste delle coppie superano le offerte di ovociti a causa delle poche donazioni da parte di donatori volontari.
Tommaso Foti, a questo proposito, ha quindi chiesto alla Giunta quale sia il costo affrontato dalla Regione per il reperimento e l’acquisto dei gameti all’estero, motivando la sua preoccupazione anche relativamente all’inserimento delle prestazioni per la fecondazione eterologa nei Livelli Essenziali di Assistenza, che ”vanno a ridurre la lista delle prestazioni esenti dal pagamento del ticket“.
Preoccupazione, quindi, per i costi eterologa in Italia: quale sarà, a questo punto, la risposta della Giunta?
sferata
Messaggi: 674
Iscritto il: 14 giu 2015, 10:35

Re: ARTICOLI & NEWS

Messaggio da sferata »

Fecondazione assistita, i centri e i costi

Le regioni del Sud, ma non solo quelle, stanno togliendo il servizio ai propri cittadini, altre continuano ad assicurarlo
http://www.nextquotidiano.it/fecondazio ... e-i-costi/
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