Una adozione in Vietnam è comunque un viaggio: un viaggio nelle emozioni, un viaggio interiore alla riscoperta delle proprie forze e di sensazioni passate, ma anche un viaggio fisico, alla scoperta di luoghi e mondi, di sapori e profumi, di gente.
In questo racconto io ci sento il sapore speziato del Vietnam, la gentilezza di un popolo che immagino ancora legato alla terra, al riso, ai loto.
In Vietnam, AFN è presente dal 1993 con un’efficace azione educativa, alimentare e sanitaria a favore, attualmente, di 877 bambini che vivono con le loro famiglie, o in case-famiglia tenute da persone di buona volontà.
Nel 2006 si e’costituita ufficialmente come AFN Vietnam, nel campo delle Adozioni in Vietnam internazionali..
La realtà dell’infanzia in questo Paese ci interpella fortemente. L’estrema povertà in cui versano larghe sacche di popolazione, la conseguente promiscuità che determina un’alta percentuale di gravidanze adolescenziali e l’elevato indice di mortalità da parto, generano un purtroppo diffuso abbandono minorile.
Si calcola che in Vietnam sono almeno 200.000 i bambini in istituti, accolti in ambienti spesso affollati e spersonalizzanti, generalmente al di sotto dei livelli minini di igiene e di assistenza. Il sogno sarebbe che tutti questi bambini potessero trovare il calore di una famiglia o almeno andare a vivere in un ambiente creato sul modello familiare (basso numero di ospiti e figure genitoriali sostitutive),
Lo stretto contatto con il contesto locale ed il lavoro svolto finora ci sollecitano fortemente a dare risposte tempestive e diversificate.
Nel caso di fanciulli in tenera età, se si presentano difficoltà insuperabili per un loro reinserimento familiare, si cerca una famiglia adottiva, in loco o attraverso l’adozione internazionale. Spesso però, fra i minori abbandonati, troviamo adolescenti che difficilmente accettano (o non sono accettati in) un inserimento familiare e che, nell’anonimato di un istituto o abbandonati a se stessi, sono ad alto rischio (violenza, sfruttamento sessuale, ecc.).
«Il Vietnam, nelle politiche relative all'adozione in Vietnam internazionale, ha fallito». È la dura conclusione di un rapporto di Associated Press sulla condizione dell'infanzia abbandonata nel paese asiatico, che riporta testimonianze di corruzione, frode e traffico di minori, storie di neonati venduti dal personale degli ospedali a famiglie disposte a tutto pur di avere un figlio, testimonianze di madri analfabete costrette ad abbandonare il proprio figlio su pressione dei funzionari degli orfanotrofi. Il documento si basa su canali americani: negli Stati Uniti nel 2007 sono stati adottati 826 minori.

Adozione in Vietnam
Re: Adozione in Vietnam
In Italia, nel 2007, dal Vietnam sono arrivati 263 bambini, il 7,7% delle adozioni in Vietnam realizzate. L'anno scorso quindi il Vietnam è stato il quinto paese di provenienza dei minori adottati. La loro età media è la più bassa di tutte: solo 1,64 anni. Dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente 832 i minori vietnamiti adottati in Italia. Sono nove gli enti autorizzati ad operare nel Paese.
Un mese fa, nel l'ambito del convegno “Scenari e sfide dell'Adozione in Vietnam Internazionale", organizzato dal CIAI a Venezia, la responsabile dell'ufficio adozioni, Graziella Teti, aveva fatto una testimonianza che metteva in luce le difficoltà degli enti autorizzati ad operare nel paese. Eccone uno stralcio.
«La presenza del Ciai in alcuni Paesi non firmatari la Convenzione Aja, dove promuove progetti di cooperazione a favore dei bambini e realizza un numero irrisorio di adozioni, ci offre la possibilità di stare “in mezzo ai giochi” e osservare alcuni meccanismi distorti. In Vietnam, per esempio, il dialogo con l'autorità centrale e le istituzioni locali è stato molto difficile per il Ciai, e per molto tempo nessun caso di adozione in Vietnam è stato avviato, ufficialmente “per mancanza di bambini adottabili”.
Nei centri presso i quali eravamo accreditati i bambini erano pochissimi e sempre “already booked”, già prenotati. Sì, il termine è proprio questo: prenotati.
Negli stessi centri però moltissime adozioni in Vietnam venivano intanto realizzate. Tutte, o quasi tutte, di bambini molto piccoli. Naturale cercare di capire da dove provenissero. I casi di abbandono spontaneo sono fenomeno piuttosto raro e quando ciò sporadicamente accade, la comunità di appartenenza tenderebbe a farsene carico, se non ci fossero sollecitazioni di tipo diverso.
Non senza un certo candore, ciò ci è stato più volte confermato da alcuni direttori dei centri.
Un mese fa, nel l'ambito del convegno “Scenari e sfide dell'Adozione in Vietnam Internazionale", organizzato dal CIAI a Venezia, la responsabile dell'ufficio adozioni, Graziella Teti, aveva fatto una testimonianza che metteva in luce le difficoltà degli enti autorizzati ad operare nel paese. Eccone uno stralcio.
«La presenza del Ciai in alcuni Paesi non firmatari la Convenzione Aja, dove promuove progetti di cooperazione a favore dei bambini e realizza un numero irrisorio di adozioni, ci offre la possibilità di stare “in mezzo ai giochi” e osservare alcuni meccanismi distorti. In Vietnam, per esempio, il dialogo con l'autorità centrale e le istituzioni locali è stato molto difficile per il Ciai, e per molto tempo nessun caso di adozione in Vietnam è stato avviato, ufficialmente “per mancanza di bambini adottabili”.
Nei centri presso i quali eravamo accreditati i bambini erano pochissimi e sempre “already booked”, già prenotati. Sì, il termine è proprio questo: prenotati.
Negli stessi centri però moltissime adozioni in Vietnam venivano intanto realizzate. Tutte, o quasi tutte, di bambini molto piccoli. Naturale cercare di capire da dove provenissero. I casi di abbandono spontaneo sono fenomeno piuttosto raro e quando ciò sporadicamente accade, la comunità di appartenenza tenderebbe a farsene carico, se non ci fossero sollecitazioni di tipo diverso.
Non senza un certo candore, ciò ci è stato più volte confermato da alcuni direttori dei centri.
Re: Adozione in Vietnam
Secondo questi racconti l'intermediario (o l'intermediario dell'intermediario..) farebbe il lavoro sporco di contattare la famiglia (povera e analfabeta, meglio se ha già molte bocche da sfamare…) già prima della nascita del bambino, convincendola a cederlo dietro la corresponsione di denaro (dai 300 ai 500 dollari). La madre o chi per essa verrebbe poi convinta a firmare la lettera di rinuncia al bambino e di autorizzazione all'adozione in Vietnam. Spesso, senza poterne comprendere fino in fondo le conseguenze.
Secondo testimonianze sussurrate, alcune organizzazioni internazionali disporrebbero, tramite una rete capillare di procacciatori locali, di “propri canali autonomi di reperimento dei bambini”. In seguito, il bambino verrebbe registrato nei registri dell'istituto e l'iter adottivo si avvierebbe senza impedimenti formali. Naturalmente, ciò può accadere solo grazie alla collaborazione connivente di alcuni direttori, di operatori dei servizi sociali locali, di funzionari dei diversi uffici.
Un'altra forma di “traffico” è rappresentata dalla corruzione connessa all'iter burocratico per il perfezionamento dell'adozione in Vietnam; in molti paesi a ogni passaggio di carte è richiesto un pagamento non ufficiale per favorire, sveltire, facilitare… Due funzionari di un Ministero, nel riceverci per una prima visita di presentazione della nostra organizzazione, ci hanno richiesto 4000 dollari in contanti. Tanto per spianare la strada a futuri accordi. Con questi presupposti, chi decide di non accettare e anzi di combattere questo sistema incontra grandissime difficoltà.
Dove ancora accadono queste cose, l'adozione in Vietnam internazionale, lungi dal rappresentare una risorsa utile ai bambini rimasti soli, si configura piuttosto come risposta organizzata e criminosa alla fame di figli espressa dal mondo occidentale».
Questa diversità porta al compimento del processo adottivo con formalità molto diverse dalle nostre.
E’ proprio in Vietnam, infatti, che si concretizza la possibilità di incontrare la madre biologica del bambino e probabilmente anche tutta la sua famiglia, in una specie di “cerimonia” per la consegna del bambino.
E’ estremamente utile, per chi intende adottare in Vietnam, sentire l’esperienza di altre famiglie e documentarsi sulle usanze locali per arrivare adeguatamente preparati all’ incontro.
Un impegno verso la ratifica della Convenzione de L'Aja col supporto tecnico e professionale italiano in questa fase preliminare: è l'esito della riunione del gruppo di lavoro misto previsto dall'Accordo bilaterale Italia-Vietnam in tema di adozioni in Vietnam internazionali, che si è tenuto ad Hanoi dal 20 al 22 novembre. Un impegno concretamente sostanziato dall'ipotesi di due porgetti di collaborazione: il primo, prevede la creazione di un database sui minori vietnamiti in stato di abbandono, destinati all'adozione in Vietnam internazionale; enti accreditati e autorità locali delle specifiche criticità procedurali nella definizione dello stato di adottabilità dei bambini vietnamiti.
Secondo testimonianze sussurrate, alcune organizzazioni internazionali disporrebbero, tramite una rete capillare di procacciatori locali, di “propri canali autonomi di reperimento dei bambini”. In seguito, il bambino verrebbe registrato nei registri dell'istituto e l'iter adottivo si avvierebbe senza impedimenti formali. Naturalmente, ciò può accadere solo grazie alla collaborazione connivente di alcuni direttori, di operatori dei servizi sociali locali, di funzionari dei diversi uffici.
Un'altra forma di “traffico” è rappresentata dalla corruzione connessa all'iter burocratico per il perfezionamento dell'adozione in Vietnam; in molti paesi a ogni passaggio di carte è richiesto un pagamento non ufficiale per favorire, sveltire, facilitare… Due funzionari di un Ministero, nel riceverci per una prima visita di presentazione della nostra organizzazione, ci hanno richiesto 4000 dollari in contanti. Tanto per spianare la strada a futuri accordi. Con questi presupposti, chi decide di non accettare e anzi di combattere questo sistema incontra grandissime difficoltà.
Dove ancora accadono queste cose, l'adozione in Vietnam internazionale, lungi dal rappresentare una risorsa utile ai bambini rimasti soli, si configura piuttosto come risposta organizzata e criminosa alla fame di figli espressa dal mondo occidentale».
Questa diversità porta al compimento del processo adottivo con formalità molto diverse dalle nostre.
E’ proprio in Vietnam, infatti, che si concretizza la possibilità di incontrare la madre biologica del bambino e probabilmente anche tutta la sua famiglia, in una specie di “cerimonia” per la consegna del bambino.
E’ estremamente utile, per chi intende adottare in Vietnam, sentire l’esperienza di altre famiglie e documentarsi sulle usanze locali per arrivare adeguatamente preparati all’ incontro.
Un impegno verso la ratifica della Convenzione de L'Aja col supporto tecnico e professionale italiano in questa fase preliminare: è l'esito della riunione del gruppo di lavoro misto previsto dall'Accordo bilaterale Italia-Vietnam in tema di adozioni in Vietnam internazionali, che si è tenuto ad Hanoi dal 20 al 22 novembre. Un impegno concretamente sostanziato dall'ipotesi di due porgetti di collaborazione: il primo, prevede la creazione di un database sui minori vietnamiti in stato di abbandono, destinati all'adozione in Vietnam internazionale; enti accreditati e autorità locali delle specifiche criticità procedurali nella definizione dello stato di adottabilità dei bambini vietnamiti.