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Allattamento

lunetta
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Re: Allattamento

Messaggio da lunetta »

Allattamento al seno: riduce il rischio di obesità a 20 anni
Allattamento al seno: un recente studio dimostra che ha effetti positivi anche a lungo termine. In particolare, riduce il rischio di obesità in età adulta
Le future mamme che non hanno ancora deciso se intraprendere o meno la strada dell’allattamento al seno, ora hanno una ragione in più per convincersi a tentare di offrire il proprio latte al bebè. Secondo un recente studio, infatti, agli innumerevoli benefici già provati, se ne aggiunge un altro: il latte di mamma protegge i bambini dal rischio di diventare obesi una volta diventati grandi.

Lo studio è durato 20 anni

La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori francesi, del Nutritional Epidemiology Research Team, ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica The Journal of Pediatrics. Ha coinvolto un gruppo di bambini di 10 mesi ed è durata quasi vent’anni. Gli autori hanno chiesto ai genitori di compilare dei questionari sugli alimenti proposti ai bambini quando avevano 10 mesi e due anni. Inoltre, hanno sottoposto regolarmente i bimbi a una serie di misurazioni, di peso, altezza, massa magra e massa magra, fino al compimento del ventesimo anno di età. Lo scopo era capire se l’allattamento al seno avesso in qualche modo influito sulla crescita.

Benefici confermati

Dall’analisi dei risultati, è emerso che l’allattamento al seno effettivamente è benefico, soprattutto se prolungato. Infatti, i bambini che sono stati nutriti con il latte della mamma fino a due anni, a 20 anni avevano un rischio minore di essere obesi e una percentuale inferiore di grasso corporeo rispetto a quelli non allattati o non allattati a lungo. “Il nostro studio ha quindi dimostrato, per la prima volta, che se prendiamo in considerazione la dieta dopo il periodo di allattamento al seno, il ruolo protettivo del latte materno per il rischio di obesità è evidente” hanno commentato i ricercatori.
In breve

ATTENZIONE ALLA DIETA

Per non compromettere i benefici dell’allattamento al seno, però, è importante che la dieta proposta dopo i due anni di vita sia sana e bilanciata.
Texta
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Re: Allattamento

Messaggio da Texta »

Salute bambini: rischio carie se l’allattamento dura troppo?
Allattamento neonati: un recente studio dimostra che oltre i due anni minaccia la salute dei denti del bebè, aumentando il rischio di carie
È uno dei classici dilemmi delle mamme: quando interrompere l’allattamento al seno? In realtà, non c’è un momento ideale in assoluto. Secondo gli esperti, più a lungo si allatta e meglio è, purché sia la mamma sia il bebè lo desiderino. L’Oms, l’Organizzazione mondiale dalla sanità, consiglia fino ai due anni e anche oltre. Un nuovo studio, però, solleva qualche dubbio. A detta degli autori, infatti, continuare oltre i due anni aumenterebbe il rischio di carie.

Analizzati più di 400 bambini

La ricerca, che ha interessato 458 bambini, è stata condotta da un gruppo di ricercatori americani, dell’Università della California, e pubblicato sugli Annals of Epidemiology. I genitori sono stati invitati a compilare dei questionari in merito alla frequenza delle poppate all’età di sei mesi e ai cibi introdotti nella dieta del piccolo all’età di un anno. Inoltre, tutti i bambini sono stati sottoposti a un controllo dentistico a 6, 12 e 38 mesi. Lo scopo era capire se fra allattamento al seno e salute dei denti da latte ci fosse una qualche relazione.

Il problema legato alla suzione

Dall’analisi dei risultati, è emerso che l’allattamento al seno può effettivamente interferire con la salute dei denti. Infatti, il 40% circa dei bambini fra i 6 e i 24 mesi che erano allattati dalla mamma presentavano una o più carie. Fra i bimbi che hanno continuato a essere allattati dopo i due anni, la percentuale saliva al 48%. Secondo gli esperti la “colpa” non è del latte materno, che non è in grado di provocare la carie, se non in maniera molto limitata. Il problema è legato alla suzione: questo gesto, infatti, riduce la quantità di saliva che entra un contatto con i denti. La saliva ha, però, un potere battericida, in grado di contrastare i batteri. Se è insufficiente, dunque, le probabilità di carie aumentano. I risultati dello studio sono sicuramente interessanti. Tuttavia, saranno necessarie altre ricerche per capire se effettivamente l’allattamento al seno prolungato può compromettere la salute della bocca.


In breve

ESCLUSIVO FINO AI SEI MESI

L’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unicef, l’Unione Europea e tutte le più importanti Società scientifiche pediatriche raccomandano l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino. Il latte di mamma, infatti, rappresenta il miglior alimento per il neonato.
Texta
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Re: Allattamento

Messaggio da Texta »

L’allattamento al seno rende i bimbi più intelligenti?
Un recente studio dimostra che i bambini che hanno avuto l’allattamento al seno hanno sviluppato un’intelligenza superiore alla media. Ecco perché
I benefici dell’allattamento al seno non si contano più. Negli ultimi tempi, all’elenco già lunghissimo dei vantaggi si è aggiunta una nuova voce: i bambini che sono stati nutriti dalla mamma sono più intelligenti. Fino a oggi, però, non si sapeva perché. Un recente studio condotto da un team di ricercatori americani, della Brigham Young University, pubblicato sul Journal of Pediatrics, aiuta a fare chiarezza.

Lo studio su 7.500 bambini

Lo studio ha riguardato 7.500 bambini seguiti dalla nascita fino ai cinque anni di vita. Gli autori, nel corso della ricerca, hanno raccolto varie informazioni. Innanzitutto, hanno chiesto ai genitori di compilare una serie di questionari sull’alimentazione dei figli, sull’ambiente famigliare, sull’educazione impartita, sull’abitudine o meno di leggere libri ai piccoli. Inoltre, madri e figli sono stati invitati a partecipare a diverse attività, tutte videoregistrate. Infine, è stato chiesto ai bimbi di completare compiti impegnativi: durante lo svolgimento, gli studiosi, hanno misurato il sostegno e la sensibilità agli stimoli emotivi del bambino offerti dalla madre. 


Due marce in più

Dall’analisi dei risultati, è emerso che nei bambini che avevano avuto un allattamento al seno per almeno sei mesi, la capacità di lettura e l’abilità nello svolgere i compiti assegnati erano maggiori. Per quali ragioni? Secondo gli esperti, tutto dipende dal fatto che le madri che allattano al seno per tempi prolungati, in genere, possiedono due abilità che le altre mamme possiedono in misura inferiore: sono capaci di rispondere in maniera adeguata agli stimoli emotivi dei bambini e leggono loro molti libri, fin dai nove mesi. Queste due caratteristiche sembrano promuovere un maggiore sviluppo del cervello dei piccoli, affinandone l’intelligenza. Stando a questo studio, dunque, non è tanto l’allattamento al seno in sé a essere benefico per il cervello dei bambini, quanto l’atteggiamento che le mamme che allattano tendono ad avere.
In breve

CONFERME DA ALTRI STUDI

In passato, numerosi studi avevano già dimostrato che i bambini allattati al seno ottengono punteggi più elevati nei test di intelligenza e hanno migliori risultati a scuola, oltre a presentare un miglior sviluppo del cervello.
pesceazzurro2
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Re: Allattamento

Messaggio da pesceazzurro2 »

Latte artificiale: diverso per maschi e femmine?
Il latte artificiale dovrebbe avere formulazioni diverse per maschietti e femminucce. Scopriamo il perché

L’allattamento al seno è sempre la forma di nutrizione più consigliata per il neonato. Dalla nascita fino al sesto mese di vita del bambino, infatti, il latte materno dovrebbe essere l’alimento esclusivo per il neonato. Ma ci sono casi in cui la mamma non può (o non vuole) allattare e quindi è necessario ricorrere al latte artificiale (o in toto o con aggiunta al latte materno).

Tante formule in commercio

Il latte artficiale ora in commercio presenta svariate formulazioni e si differenzierà sempre più, anche a seconda del sesso del neonato. Secondo Katie Hindle, esperta dell’Università di Harvard, infatti, i maschi necessitano di un latte artificiale dalla composizione più grassa e proteica. Le neonate, invece, hanno un fabbisogno più elevato di calcio. Come è arrivata la Hindle a tali conclusioni? Osservando e analizzando il latte prodotto dalle scimmie durante il periodo dell’allattamento e constatando quanto siano differenti le esigenze dei piccoli maschi rispetto ai cuccioli di sesso femminile.

Questione di ormoni

Parlando di composizione ideale del latte artificiale non si può prescindere nemmeno dal contenuto ormonale. In particolare, il cortisolo (detto ormone dello stress) pare essere più incisivo (con effetti indesiderati) sull’organismo femminile già in fase neonatale. Ciò significa che, a parità di quantità di questa molecola, i neonati maschi lo sopportano meglio, accusandone meno gli effetti negativi.

Se il latte materno non basta

L’American Association for the Advancement of Science ha effettuato numerose ricerche sulla composizione del latte materno, rifacendosi a diversi campioni di donne. E ne è risultato, com’era anche piuttosto prevedibile, che il latte materno si differenzia notevolmente da donna a donna sia per contenuto in grassi, proteine e vitamine sia per i livelli ormonali (cortisolo in primis). Se, quindi la mamma non può allattare o il latte scarseggia, dovrebbe avere a disposizione il miglior latte artificiale possibile per la crescita e le esigenze del proprio figlio. Dunque, la ricerca si focalizza proprio sulla differenziazione e “personalizzazione” delle formulazioni: nutrire il proprio bambino in modo ottimale e vederlo crescere secondo le curve prestabilite, infatti, dovrebbe essere un diritto per ogni mamma.
In breve

LE RACCOMANDAZIONI DELL’OMS

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi di vita del piccolo e lo incoraggia fino all’anno di età e anche oltre.
pesceazzurro2
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Re: Allattamento

Messaggio da pesceazzurro2 »

In Italia applicata la prima normativa europea sulle banche del latte
È stata messa a punto grazie anche al contributo della Città della Salute e della Scienza di Torino, dove opera una delle più grandi banche del latte europee
L’Italia sarà l’unico Paese europeo insieme alla Francia ad avere una regolamentazione ministeriale sulla donazione del latte umano, con il contributo della Città della Salute e della Scienza. Sulla Gazzetta Ufficiale, infatti, sono state pubblicate le prime “linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle banche del latte umano donato”, un documento che costituisce un traguardo importante per la pediatria italiana.

Un lavoro torinese per la salvaguardia dell’infanzia

Il documento è stato messo a punto da un gruppo di lavoro, di cui ha fatto da capofila il professor Enrico Bertino, direttore della Neonatologia universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino, dove opera una delle più grandi banche del latte umano europee.

I bambini più bisognosi

Per molti bambini, soprattutto quelli più critici e prematuri, ricoverati in terapia intensiva, il latte materno può non essere disponibile almeno nel primo periodo dopo il parto: in questi casi è di grande importanza poter disporre del “latte umano di banca”, un vero e proprio farmaco salvavita.

I vantaggi del latte umano

I vantaggi dell’uso del latte umano donato sono una migliore tolleranza dell’alimento e una riduzione di enterocolite necrotizzante (Nec, malattia che può portare a perforazione intestinale e essere mortale nei neonati pretermine). Il latte materno ridurrebbe (nel lungo periodo) anche l’ipertensione arteriosa e il diabete.

Nec, l’enterocolite necrotizzante

L’incidenza complessiva di Nec nei prematuri è di circa il 6-7%, mentre quella nei centri con uso esclusivo di latte umano scende intorno all’1-2%. Considerando che la mortalità per Nec è intorno al 30%, ogni mille nati prematuri si avranno 21 decessi per Nec nei bimbi alimentati con latte artificiale e 3–6 decessi in quelli alimentati con latte umano esclusivo.

Le linee di indirizzo nazionale

Le linee di indirizzo nazionale, sancite dall’accordo tra il Governo, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, sono finalizzate a garantire standard di qualità uniformi su tutto il territorio nazionale, così come avvenuto per la donazione degli emoderivati.
In breve

I NUMERI DEL “LATTE DI BANCA”

In Italia ogni anno circa mille neonati prematuri di peso inferiore a 1.500 grammi possono beneficiare del latte di banca e si stima che 15-18 di loro possano essere salvati solo grazie all’uso di questo alimento. Nel 2012 le madri donatrici nelle 31 banche del latte umano, attualmente in funzione in Italia, sono state 975, con un trend in progressivo aumento, e il volume di latte raccolto è stato pari a 9.448 litri.
katty
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Re: Allattamento

Messaggio da katty »

L’allattamento al seno prolungato migliora lo sviluppo del bebè
Un recente studio dimostra che se l’allattamento al seno dura più di sei mesi, il bimbo ha un migliore sviluppo delle abilità cognitive, linguistiche e motorie
Sono anni che gli esperti sostengono l’importanza dell’allattamento al seno prolungato, fino ai due anni di vita del bambino e anche oltre se mamma e figlio lo desiderano. Ora, all’elenco già lunghissimo dei benefici di questa pratica se ne aggiunge un altro: un miglior sviluppo del bambino. È quanto suggerisce uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Creta, pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health.

Poppate fino ai 6 mesi per quasi la metà dei bebè

Lo studio ha coinvolto 540 neonati. Gli studiosi hanno chiesto alle loro madri se avessero optato per l’allattamento al seno o per la nutrizione artificiale. Hanno così scoperto che una piccola percentuale di bebè non era mai stata allatta al seno ed era stata nutrita con il latte artificiale. Circa la metà dei bambini, invece, era stata allattata per massimo sei mesi e un terzo oltre i sei mesi. All’età di 18 mesi, i bambini sono stati sottoposti a dei test, in grado di analizzare le loro abilità cognitive, linguistiche e motorie.

I risultati dei test

Ebbene, dall’analisi dei risultati è emerso che l’allattamento al seno prolungato si è associato a punteggi migliori nei test. In media, i bambini hanno ottenuto, per ogni mese in più di allattamento, un incremento di 0,28 punti nei test sullo sviluppo cognitivo, di 0,29 punti in quelli sulla capacità di linguaggio e comunicazione e sempre di 0,29 punti nei test per lo sviluppo dei movimenti fini (che riguardano le abilità manuali). Inoltre, i bimbi che hanno ricevuto il latte della mamma per più di sei mesi hanno ottenuto 4,44 punti in più nei test sui movimenti fini rispetto ai bebè che hanno ricevuto latte artificiale fin dalla nascita. Gli autori hanno concluso che, sebbene questi risultati vadano confermati da altri studi, sono molto significativi. Infatti, rivelano, ancora una volta, che l’allattamento al seno rappresenta il meglio per un bambino, sotto molto profili.
In breve

IL LATTE ARTIFICIALE È UN VALIDO SOSTITUTO

L’allattamento al seno prolungato costituisce la soluzione ideale per il bambino. La mamma che non può allattare, però, non deve sentirsi in colpa. Il latte artificiale, infatti, è un valido sostituto.
katty
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Re: Allattamento

Messaggio da katty »

Latte in polvere: meglio l’aglio dei disinfettanti chimici?
Un recente studio conferma che l’aglio è un potente battericida. Per questo potrebbe essere utilizzato per rendere più sicuro il processo produttivo del latte in polvere
Il latte in polvere, come tutti gli alimenti per l’infanzia, è un prodotto sicuro. Parte del merito è da attribuire all’uso di disinfettanti chimici. In futuro, però, potrebbe non essere più necessario ricorrere a queste sostanze di sintesi. Basterebbe utilizzare l’aglio. Questo, perlomeno, è quanto suggerisce un recente studio, condotto da un team di ricercatori canadesi, dell’University of British Columbia di Vancouver, pubblicato sulla rivista Applied and Environmental Microbiology.

Un prodotto molto usato

Il latte in polvere è un prodotto molto usato. Da mamme che non allattano al seno i propri bambini, da quelle che effettuano un allattamento misto e da quelle che hanno smesso di allattare. Infatti, non esistono solo le formule per i neonati, ma anche quelle di proseguimento, per i bambini più grandicelli.

Protocolli rigidi

La produzione del latte in polvere destinato ai bambini segue rigidi protocolli, che ne garantiscono la qualità, l’appropriatezza e la sicurezza. Occorre considerare però che questo prodotto, al pari di altri alimenti fortificati, può essere contaminato dal Cronobacter sakazakii. Si tratta di un microbo che può dare origini a infezioni serie. Se entra nel microcircolo di un bambino può causare forme di meningite molto serie. Proprio per ridurre al minimo il rischio di contaminazione, gli strumenti impiegati durante il processo produttivo del latte in polvere vengono puliti con prodotti chimici, per esempio a base di cloro. Il nuovo studio, però, potrebbe aprire le porte a un’alternativa naturale.

L’alternativa naturale

Dalla ricerca è emerso, infatti, che nell’aglio sono presenti due molecole – l’ajoene e la diallil sulfide – che svolgono una potente azione battericida nei confronti del Cronobacter sakazakii. Spiega Xiaonan Lu, uno degli autori dello studio: “Crediamo che questi composti siano più benefici in termini di protezione dei bambini contro questo patogeno. Dosi in tracce di questi due composti sono estremamente efficaci nell’uccidere C. sakazakii durante il processo di ottenimento del cibo. Potenzialmente possono eliminare il patogeno prima che possa mai raggiungere il consumatore”.
In breve

C’È ANCHE QUELLO DILUITO

Le donne che non allattano al seno possono scegliere fra due alternative per nutrire i loro piccoli: il latte in polvere o il latte diluito. In entrambi i casi, devono attrezzarsi con biberon, tettarelle e sterilizzatore.
hellen
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Re: Allattamento

Messaggio da hellen »

Quale latte per il bebè se c’è un’intolleranza al lattosio?
L’intollerenza al lattosio è un problema abbastanza frequente nel neonato. In genere si tratta di un problema temporeaneo che non va confuso con l’allergia
Mentre con l’allattamento al seno, in genere, non compare l’intolleranza al lattosio, un’intolleranza transitoria allo zucchero del latte (il lattosio, appunto) si può presentare dopo episodi di gastroenteriti nei bambini nutriti con il latte formulato.

Che cos’è il lattosio

Il lattosio è un carboidrato contenuto nel latte ed è costituito da due zuccheri: il glucosio e il galattosio. Perché il lattosio venga assorbito dall’intestino, occorre che sia scisso nelle sue due componenti da un enzima, chiamato lattasi. Solo in rarissimi casi la lattasi intestinale è congenitamente scarsa, non permettendo la digestione del lattosio. Più frequentemente, nel corso dei primi anni di vita, un deficit si verifica, invece, come conseguenza di una qualche causa che interessi l’intestino come, per esempio, una infezione batterica o virale, un’allergia alimentare, un’infestazione di tipo parassitario, una grave malnutrizione proteico-calorica.

Attenzione a questi sintomi

L’intolleranza al lattosio manifesta, in genere, con diarrea, perché lo zucchero, che non viene digerito, fermenta nell’intestino con produzione di gas e richiamo di acqua dall’intestino stesso, dolori addominali diffusi di tipo crampiforme e meteorismo. Tutte queste manifestazioni sono dovute sia all’azione osmotica esercitata dal lattosio, sia all’attività dei batteri del colon, che fermentano il lattosio non digerito provocando la produzione di gas (idrogeno, metano, ecc.) e di altre sostanze.

Servono latti speciali

Per questo problema si può temporaneamente ricorrere, dietro consiglio del pediatra, a formule speciali, prive di lattosio (latti delattosati), in attesa che il disturbo si risolva. Infatti, la normale capacità digestiva lattasica si ricostituisce abbastanza rapidamente grazie alla rapidità del ricambio delle cellule intestinali, per cui un breve periodo di sospensione nell’introduzione di lattosio con la dieta permette la scomparsa dei sintomi.
In breve

CAPITA ANCHE AGLI ADULTI

Per gli adulti intolleranti al lattosio esistono in commercio latti in cui il lattosio è presente in bassissime quantità e comunque ben tollerate nella maggior parte dei casi. Si tratta dei latti ad “Alta Digeribilità”, gradevoli al palato e con invariati tutti gli altri eccellenti principi nutritivi del latte.
hellen
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Iscritto il: 29 mag 2015, 09:09

Re: Allattamento

Messaggio da hellen »

Ho l’influenza: posso allattare?
Può essere faticoso, ma non è assolutamente pericoloso per il piccolo: la mamma può continuare ad allattare il bebè anche se ha l’influenza
È un dubbio molto comune fra le mamme che allattano al seno il proprio piccolo. Niente paura: anche se si prende l’influenza non si deve passare al biberon. Infatti, i rischi sono minimi, mentre i benefici restano innumerevoli.

Non contagia il bebè

Occorre sapere che il latte materno, a differenza di quanto si crede comunemente, non rappresenta una via di contagio facilmente “percorribile”. La gran parte dei germi non riesce a passare e a raggiungere questa linfa così preziosa. Gli studi hanno dimostrato con certezza che la trasmissione del virus dell’influenza dalla mamma al bebè allattato al seno è estremamente rara.

È un fattore protettivo

La mamma che ha l’influenza può sì contagiare il neonato, ma non attraverso l’allattamento al seno, bensì a causa della stretta vicinanza. Anzi, il latte materno costituisce un fattore protettivo rispetto al latte artificiale. I bimbi che entrano in contatto con i virus influenzali, infatti, si ammalano con minore frequenza e in maniera più lieve se sono allattati al seno. Le ragioni? Gli anticorpi che la donna produce per combattere la malattia, arrivano al bebè attraverso il latte, proteggendolo dal contagio. Oltretutto il latte materno produce anche anticorpi contro le infezioni batteriche che possono complicare l’influenza, come la polmonite.

Farmaci: sì o no?

Non c’è ragione, quindi, perché la mamma con l’influenza debba sospendere l’allattamento al seno. Tuttavia, occorre considerare che la malattia può causare spossatezza e stanchezza nella donna. Per questo, è fondamentale che riposi molti e, se necessario, ricorra a farmaci come il paracetamolo, ben tollerati dal bimbo.
In breve

LE MISURE DI PRECAUZIONE

Se la mamma ha l’influenza, per diminuire il rischio di contagiare il bambino, deve prendere le normali precauzioni di igiene raccomandate dagli esperti: lavarsi spesso le mani e coprire naso e bocca quando è in prossimità del bebè.
Rinie
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Iscritto il: 01 giu 2015, 18:53

Re: Allattamento

Messaggio da Rinie »

Su internet latte materno contaminato: servono più controlli
Un gruppo di ricercatori ha comprato il latte materno sui siti web e lo ha analizzato in laboratorio, scoprendo che…
È allarme latte materno. A rischio sono soprattutto le confezioni per neonati in vendita su siti internet per pochi euro. Secondo i risultati di uno studio coordinato da un’équipe del Nationwide Children’s Hospital questo prodotto potrebbe causare malattie nei bambini: infatti è stato scoperto che più di tre quarti dei campioni di latte materno venduto su internet era contaminato da batteri. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Pediatrics, è la prima ad aveto esaminare la sicurezza del latte materno venduto on line.

Risultati allarmanti

I ricercatori americani anno comprato il prodotto sui siti web e lo hanno analizzato in laboratorio, con la collaborazione del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center e la Ohio State University. “Siamo stati sorpresi di scoprire che molti campioni di latte contenevano batteri e anche contaminazione fecale, molto probabilmente causata da scarsa igiene delle mani al momento della raccolta. Alcuni campioni avevano addirittura salmonella” conferma Sarah A. Keim, coordinatricedello studio. “Va detto – aggiunge la dottoressa Keim – che su questi siti non è facile capire con certezza che tipo di prodotto si riceve, se si tratta veramente di latte materno e se è sicuro per il proprio bambino”. E le conseguenze per la salute del neonato possono essere importanti. “Per questo è meglio evitare di fare acquisti di questo tipo”.

Rischi di trasmissione di agenti infettivi

Tali considerazioni non sono però una novità assoluta: nel 2010 erano già state messi in evidenza i pericoli con un avviso della Food and Drug Administration. Inoltre, un paio di anni fa l’Agenzia francese di sicurezza sanitaria (Afssaps) aveva lanciato un’allerta sui rischi di trasmissione di agenti infettivi, come meningiti, rosolia, epatiti e perfino hiv.

Scarsi controlli negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti il latte materno è considerato come un alimento comune e non viene sottoposto a controlli, come invece avviene per le donazioni di sangue. In diversi Paesi il latte materno è venduto anche dalle banche del latte che lo forniscono anche agli ospedali. In questo caso i donatori sono sottoposti ad attenti screening e il latte è pastorizzato per eliminare il pericolo di germi.


In breve

IL MIGLIOR NUTRIMENTO PER IL NEONATO

Il latte materno rappresenta il miglior nutrimento per il neonato, tanto che l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi di vita e la continuazione fino all’anno di età e, se possibile, anche oltre in abbinamento a un’alimentazione del bambino varia ed equilibrata.
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