Se avete un neonato per casa, sapete benissimo quante volte al giorno, per quanto tempo e con quale intensità è in grado di piangere e strillare. I primi tempi i genitori accorrono alla culla a ogni piccolo strillo per controllare cosa abbia, poi è umano pensare che non si debba per forza correre ogni volta… in fin dei conti c'è anche una teoria (quella dell'attesa progressiva elaborata da Ferber) che sostiene non sia corretto dar conto a ogni pianto.
Prima di sposare completamente la tesi di Ferber, diamo un'occhiata a cosa succede nel corpo del bambino che viene lasciato piangere e poi valutiamo se sia meglio abbracciare la comoda teoria di Ferber oppure no.
Perché un bambino piange
Partiamo dal concetto che un neonato che piange vuole comunicarci qualcosa: ha caldo o ha freddo, ha fame, ha il pannolino che gli brucia o magari si sente solo… in ogni caso si tratta di bisogni e urgenze che richiedono l'intervento di un adulto e che gli stanno causando un motivo di stress.
Già, anche i piccoli possono soffrire di stress e pagarne le conseguenze: infatti, se il corpicino viene invaso dagli ormoni dello stress, il suo sistema nervoso centrale rischia di rimanere danneggiato.
Cosa succede a lasciar piangere un figlio
A livello psicologico, poi, i bambini possono rimanere traumatizzati dall'idea che in caso di bisogno nessuno accorre a vedere cosa succede. In età adulta non è infrequente che sorgano problemi psicologici o anche dipendenze e disturbi affettivi.
Cresciamo dei figli empatici
Di contro, i bambini che si sentono ascoltati ogni volta che ne hanno bisogno, che vengono cresciuti fra coccole e amore sviluppano una maggiore autostima in se' stessi, una maggiore empatia verso gli altri e una produttività migliore rispetto ai neonati che venivano allevati secondo il metodo dell'attesa progressiva.
In conclusione, i bambini hanno bisogno di attenzioni e coccole, amore e protezione che solo un genitore può fornirgli: accorrere quando il piccolo piange non vuol dire viziarlo, ma semplicemente rispondere a una sua esigenza e farlo sentire amato, ascoltato.

Lasciar piangere i neonati non è una buona idea. Ecco perché
Torna a “Noi e i nostril figli”
Vai a
- Italiano
- ↳ Ciao, mi presento
- ↳ PROCREAZIONE ASSISTITA: DONAZIONE
- ↳ Maternità surrogata / Utero in affitto
- ↳ PROCREAZIONE ASSISTITA: OMOLOGA
- ↳ L'ANGOLO DELLO SFOGO
- ↳ Esami e Analisi
- ↳ Adozione
- ↳ ADOZIONE E AFFIDO
- ↳ Adozione internazionale
- ↳ Diagnosi
- ↳ INFEZIONI
- ↳ DOSAGGI ORMONALI
- ↳ PROBLEMI GENETICI
- ↳ PCOS - OVAIO POLICISTICO
- ↳ PROBLEMI MECCANICI
- ↳ INFERTILITA' MASCHILE
- ↳ Farmaci
- ↳ Transfer e Post Transfer
- ↳ Spazio Positivi
- ↳ Tutto su Kiev e Ucraina
- ↳ La statistica della BioTexCom
- ↳ Statistica ovodonazione insieme alla Madre Surrogata 2011
- ↳ Statistica Maternita Surrogata` + Ovodonazione 2012
- ↳ Statistica ovodonazione 2012
- ↳ Coppie che hanno realizzato il loro sogno
- ↳ Statistica ovodonazione 2013
- ↳ Statistica Maternita Surrogata 2013
- ↳ Gravidanza e parto
- ↳ Spazio Gemelli
- ↳ Aborto e poliabortività
- ↳ Noi e i nostril figli
- ↳ MADRI E PADRI
- ↳ Comunicazioni importanti da parte BioTexCom
- ↳ Tentativi mirati
- ↳ INFERTILITA' E VITA DI COPPIA
- ↳ Infertilità
- ↳ Procreazione assistita: fecondazioine in vitrio
- ↳ ASPETTI EMOTIVI E PSICOLOGICI
- ↳ CRIOCONSERVAZIONE
- ↳ TECNICHE PARTICOLARI
- ↳ IL POST TRANSFER
- ↳ DAL PICK UP AL TRANSFER
- ↳ Procreazione assistita: inseminazioni
- ↳ Aspetti legali e giuridici
- ↳ ALMASCHILE
- ↳ Glossario
- ↳ Dubbi medici ( risponde specialista dell'ovodonazione e della maternita` surrogata)
- ↳ Archivio
- ↳ Forza maggiore
- ↳ L'aiuto durante la registrazione
- ↳ Coppia veneta fermata alla dogana
- ↳ La nostra consulente
- ↳ Consulente Sara Bianchi