COSA SIGNIFICA
Una delle cause più temibili di infertilità femminile è l'FSH alto. In termini più tecnici questa condizione si chiama ipogonadismo ipergonadotropo, che vuol dire "scarso funzionamento delle gonadi (cioè delle ovaie) accompagnato a un aumento delle gonadotropine". Mentre in altri casi di ipogonadismo il problema è una carenza di ormoni sessuali dovuta a un malfunzionamento dell'ipofisi o dell'ipotalamo (v. L'ipogonadismo), in questo caso il problema è un malfunzionamento delle ovaie: le ovaie non svolgono il loro lavoro e non rispondono agli stimoli ormonali provenienti dal cervello; e poiché l'ipofisi, per sollecitare le ovaie a lavorare, mette in circolo maggiori quantità di ormone follicolostimolante (l'FSH appunto), il risultato è un aumento di questo ormone.
PERCHE' E' UN PROBLEMA
Un aumento dell'FSH è sempre indice di un problema serio: avere l'FSH alto significa che le ovaie non funzionano nel modo giusto e che stanno per esaurire – o addirittura hanno già esaurito – la loro capacità riproduttiva. In pratica tanto più l'FSH è alto, tanto più la donna è vicina alla menopausa.
I valori più alti di FSH si raggiungono infatti in menopausa, quando il patrimonio ovocitario è completamente esaurito e cessa la capacità riproduttiva. Infatti a differenza degli uomini, che producono continuamente nuovi spermatozoi e perciò restano fertili anche in età avanzata, le donne nascono avendo già nelle ovaie tutti gli ovociti che useranno durante la loro vita fertile. E con il passare degli anni non solo diminuisce il numero degli ovociti, ma anche la loro qualità: tanto più un ovocita invecchia tanto più è probabile che sviluppi anomalie cromosomiche che lo rendono inadatto a essere fecondato (v. L'età non aiuta, soprattutto le donne e L'invecchiamento ovocitario).
Normalmente la menopausa arriva intorno ai 50 anni, preceduta da una fase di transizione (che può durare anche alcuni anni) nella quale le mestruazioni diventano irregolari, l'FSH aumenta ed è molto difficile restare incinte (dopo i 45 anni le probabilità di portare a termine una gravidanza sono quasi nulle, v. L'età non aiuta, soprattutto le donne).
Può succedere però che la menopausa arrivi prima del previsto e che le ovaie smettano di funzionare con vari anni di anticipo: si parla allora di menopausa precoce o di esaurimento ovarico precoce o prematuro (in inglese premature ovarian failure o POF). In questo caso la menopausa può arrivare a 35-40 anni o anche prima: se il patrimonio ovarico si esaurisce con molto anticipo si può andare in menopausa anche a 20 anni.
Come la menopausa normale, anche la menopausa precoce è preceduta da una fase di transizione caratterizzata da una scarsa fertilità. Le mestruazioni sono ancora presenti (anche se spesso sono irregolari), i cicli sono in genere ovulatori (ma non sempre) e l'FSH può risultare aumentato in modo lieve oppure oscillare di mese in mese; spesso si alternano periodi di anovulatorietà e amenorrea a periodi in cui i cicli sono regolari. In questa fase si parla di diminuzione della riserva ovarica, una condizione diversa dalla menopausa ma ugualmente molto preoccupante, perché la fertilità è molto diminuita e la possibilità di restare incinte sia in modo naturale sia con la procreazione assistita è bassa.
CAUSE
Nei casi di cosiddetta insufficienza ovarica primitiva o deficit ovarico primitivo l'incapacità delle ovaie di produrre follicoli ha una causa congenita: la donna è nata senza ovaie o senza follicoli nelle ovaie. Questa anomalia viene chiamata agenesia/disgenesia gonadale o gonadica, che significa "assenza/malformazione congenita delle gonadi". La causa più frequente di disgenesia gonadica è la sindrome di Turner (v. Cause dell'infertilità 3), ma esistono anche casi rarissimi in cui la malformazione non è dovuta a malattie genetiche.
In tutti gli altri casi – che sono la maggioranza dei casi di FSH alto – l'incapacità delle ovaie di funzionare ha una causa acquisita, non congenita, e si parla allora di deficit ovarico secondario. Non sempre è chiaro quale sia la causa di questi esaurimenti ovarici, anzi nella maggior parte dei casi l'FSH alto viene classificato come idiopatico. Tra le possibili cause ci sono:
farmaci, radiazioni, sostanze tossiche varie: l'uso di farmaci chemioterapici e di radioterapie per la cura dei tumori, l'esposizione a sostanze chimiche tossiche, l'uso di droghe (incluso il fumo di sigaretta), sono tutti fattori che possono causare un danno alle ovaie, spesso irreversibile (v. Sostanze tossiche).
interventi chirurgici sulle ovaie che abbiano comportato asportare una parte dell'ovaia o comunque abbiano procurato un trauma alle ovaie; un esempio tipico è la resezione cuneiforme dell'ovaia, un intervento usato in passato come terapia dell'ovaio policistico (v. L'ovaio policistico).
infezioni virali, ad esempio la rosolia e la tubercolosi; anche gli orecchioni presi dopo la pubertà possono causare un'infiammazione delle gonadi (ooforite) analoga a quella che si verifica negli uomini (v. Infiammazioni e infezioni).
malattie autoimmuni: secondo molti medici le alterazioni dei sistema immunitario sono la principale causa di esaurimento ovarico prematuro, anche se il nesso tra i due problemi non è del tutto chiaro. Di fatto molte donne con l'FSH alto hanno nel sangue anticorpi antiovaio e spesso hanno malattie autoimmuni che coinvolgono altri organi (ad esempio una tiroidite autoimmune). Rientra probabilmente nei problemi autoimmuni anche la sindrome dell'ovaio resistente, una forma particolare di insufficienza ovarica in cui le ovaie sono normali e il patrimonio ovocitario è intatto, ma le ovaie rispondono poco o per niente allo stimolo delle gonadotropine; si ritiene che anche questo tipo di blocco ovarico sia dovuto alla presenza di autoanticorpi che agiscono contro i recettori delle gonadotropine. Per questo argomento v. Cause dell'infertilità 3).

L'FSH alto
Re: L'FSH alto
DIAGNOSI
Il sintomo più evidente di menopausa precoce è la scomparsa delle mestruazioni, a volte associata ad altri sintomi menopausali (vampate, sudori ecc.). Invece se la funzione ovarica è diminuita ma non assente i sintomi possono essere inesistenti: le mestruazioni possono essere regolari e i cicli ovulatori, senza alcun segnale di menopausa imminente.
Per una diagnosi sicura sono essenziali i dosaggi ormonali dell'FSH, dell'LH e dell'estradiolo (v. Dosaggi ormonali). Per stare tranquille dovremmo vedere un valore di FSH inferiore a 10, infatti:
- un valore inferiore a 6 è ottimo
- un valore tra 6 e 9 è buono
- un valore di 9-10 è discreto ma già superiore al normale
- un valore tra 10 e 15 indica diminuzione della riserva ovarica
- un valore superiore a 15 indica grave diminuzione della riserva ovarica
Alcuni medici ritengono utile anche una ecografia per misurare la dimensione delle ovaie (le ovaie tendono a rimpicciolirsi col passare degli anni), ma molti ritengono che questo dato non sia indicativo della riserva ovarica.
TERAPIA
In presenza di un valore elevato di FSH c'è poco che si possa fare ed è proprio questo il motivo per cui l'FSH alto è un problema particolarmente temibile
L'unica terapia possibile consiste nel tentare di indurre l'ovulazione con alti dosi di clomifene o di gonadotropine follicolostimolanti (v. Farmaci per l'infertilità). L'efficacia di questa terapia dipende dalla gravità della situazione, cioè da quanto è alto l'FSH e da quanto tempo dura il problema: se l'FSH è molto alto (ad esempio è superiore a 80-100) e le mestruazioni sono assenti da molto tempo (2-3 anni) le terapie di stimolo sono pressoché inutili e gran parte dei medici ritiene che non abbia senso tentarle. Se invece l'amenorrea è recente e l'FSH non è altissimo si può sperare di ottenere una ripresa dell'ovulazione.
Nei casi di amenorrea associata a patologie autoimmuni si può usare il cortisone (che è un immunosoppressore e dunque riduce l'attività del sistema immunitario); in questo modo è stata ottenuta in alcuni casi una riduzione dell'FSH e qualche gravidanza; ma si tratta di casi sporadici.
Anche il ricorso alla procreazione assistita e la scelta del tipo di tecnica da usare dipendono dalla gravità della situazione. Nei casi di menopausa precoce vera e propria, in cui l'FSH è molto alto e le ovaie non rispondono alla stimolazione col clomifene e le gonadotropine, l'unica soluzione è ricorrere all'ovodonazione (v. La donazione di gameti). Se invece non c'è ancora una condizione di menopausa ma solo di diminuzione della riserva ovarica, con l'FSH alto ma non altissimo, si può tentare una stimolazione con i farmaci seguita poi, per aumentare le probabilità di un concepimento, da una inseminazione (v. Le inseminazioni) o da una fecondazione in vitro (v. Procreazione assistita 2). Spesso però anche la PMA non risolve il problema: valori di FSH tra 15 e 20 possono già significare che le ovaie non risponderanno alla stimolazione e dunque non produrranno nessun follicolo, rendendo impossibile qualunque tentativo di PMA.
Il sintomo più evidente di menopausa precoce è la scomparsa delle mestruazioni, a volte associata ad altri sintomi menopausali (vampate, sudori ecc.). Invece se la funzione ovarica è diminuita ma non assente i sintomi possono essere inesistenti: le mestruazioni possono essere regolari e i cicli ovulatori, senza alcun segnale di menopausa imminente.
Per una diagnosi sicura sono essenziali i dosaggi ormonali dell'FSH, dell'LH e dell'estradiolo (v. Dosaggi ormonali). Per stare tranquille dovremmo vedere un valore di FSH inferiore a 10, infatti:
- un valore inferiore a 6 è ottimo
- un valore tra 6 e 9 è buono
- un valore di 9-10 è discreto ma già superiore al normale
- un valore tra 10 e 15 indica diminuzione della riserva ovarica
- un valore superiore a 15 indica grave diminuzione della riserva ovarica
Alcuni medici ritengono utile anche una ecografia per misurare la dimensione delle ovaie (le ovaie tendono a rimpicciolirsi col passare degli anni), ma molti ritengono che questo dato non sia indicativo della riserva ovarica.
TERAPIA
In presenza di un valore elevato di FSH c'è poco che si possa fare ed è proprio questo il motivo per cui l'FSH alto è un problema particolarmente temibile
L'unica terapia possibile consiste nel tentare di indurre l'ovulazione con alti dosi di clomifene o di gonadotropine follicolostimolanti (v. Farmaci per l'infertilità). L'efficacia di questa terapia dipende dalla gravità della situazione, cioè da quanto è alto l'FSH e da quanto tempo dura il problema: se l'FSH è molto alto (ad esempio è superiore a 80-100) e le mestruazioni sono assenti da molto tempo (2-3 anni) le terapie di stimolo sono pressoché inutili e gran parte dei medici ritiene che non abbia senso tentarle. Se invece l'amenorrea è recente e l'FSH non è altissimo si può sperare di ottenere una ripresa dell'ovulazione.
Nei casi di amenorrea associata a patologie autoimmuni si può usare il cortisone (che è un immunosoppressore e dunque riduce l'attività del sistema immunitario); in questo modo è stata ottenuta in alcuni casi una riduzione dell'FSH e qualche gravidanza; ma si tratta di casi sporadici.
Anche il ricorso alla procreazione assistita e la scelta del tipo di tecnica da usare dipendono dalla gravità della situazione. Nei casi di menopausa precoce vera e propria, in cui l'FSH è molto alto e le ovaie non rispondono alla stimolazione col clomifene e le gonadotropine, l'unica soluzione è ricorrere all'ovodonazione (v. La donazione di gameti). Se invece non c'è ancora una condizione di menopausa ma solo di diminuzione della riserva ovarica, con l'FSH alto ma non altissimo, si può tentare una stimolazione con i farmaci seguita poi, per aumentare le probabilità di un concepimento, da una inseminazione (v. Le inseminazioni) o da una fecondazione in vitro (v. Procreazione assistita 2). Spesso però anche la PMA non risolve il problema: valori di FSH tra 15 e 20 possono già significare che le ovaie non risponderanno alla stimolazione e dunque non produrranno nessun follicolo, rendendo impossibile qualunque tentativo di PMA.