Dopo la pubblicazione della lettera di "Stella" e le controrepliche, da parte del Dr. Zanon e della mamma di "Stella", (che smentisce Zanon) e infine la risposta durissima dell'avv. Miraglia allo stesso responsabile delle politiche sociali della comunità della val di Non, nella diatriba entra anche l'ex consigliere comunale e delegata regionale di Adiantum per i rapporti con gli Enti locali Gabriella Maffioletti che da sempre segue con grande attenzione e competenza il problema degli affidamenti dei minori.
Il problema nell'ultimo periodo, grazie anche a numerose trasmissioni televisive, ha fatto emergere grandi problematiche, incongruenze, contraddizioni e comportamenti poco etici da parte di alcune assistenti sociali.
Ma che il problema sia molto sentito in tutt'Italia è dimostrato anche dai numerosi lettori che hanno seguito fin dall'inizio la storia di Stella, la bambina della val di Non. (oltre 50mila i lettori ad oggi di tutti gli articoli e decine di e-mail di denuncia arrivate in redazione)
Gabriella Maffioletti è stata la prima consigliere comunale in tutta Italia ad avere chiesto la rivisitazione del ruolo dei servizi sociali e rivendica il primato di avere presentato tutta una serie di atti consiliari nel tentativo di migliorare quello che a tutt'oggi è la piaga degli “allontanamenti facili”.
«I servizi sociali, è bene chiarire ove ancora non fosse chiaro, sono il braccio destro del tribunale dei minori ai quali vengono attribuiti dei compiti di primaria importanza in quanto godono per legge di arbitraria autonomia funzionale di monitorare e stilare relazioni che sono le pagelle con le quali poi il Tribunale dei minori formato da un giudice togato e da ben due giudici onorari (psicologi) decreta un allontanamento del minore» - attacca subito Maffioletti che poi continua come un fiume in piena, «In tutti questi anni in cui ho posto l'attenzione politica sul tema degli “allontanamenti facili” ho potuto, collaborando spesso insieme sui casi trattati dallo stesso avvocato in menzione e dal CCDU, notare che spesso la analisi e le rispettive rispondenze dell'assistente sociale di riferimento sono basate su pareri pregiudizievoli e spesso ostativi e contrari del diritto alla tutela ed alla salvaguardia della famiglia, così come normato a più livelli giurisdizionali ad iniziare dal dettame della Convenzione dei diritti del fanciullo fino a scendere alla nostra legislazione italiana».

adozioni solo un business delle cooperative sociali
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Re: adozioni solo un business delle cooperative sociali
Martedì, 02 Giugno 2015 10:24
Vicenda Stella, Maffioletti: «adozioni solo un business delle cooperative sociali»
Vicenda Stella, Maffioletti: «adozioni solo un business delle cooperative sociali»
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L'autore Redazione Trento
Dopo la pubblicazione della lettera di "Stella" e le controrepliche, da parte del Dr. Zanon e della mamma di "Stella", (che smentisce Zanon) e infine la risposta durissima dell'avv. Miraglia allo stesso responsabile delle politiche sociali della comunità della val di Non, nella diatriba entra anche l'ex consigliere comunale e delegata regionale di Adiantum per i rapporti con gli Enti locali Gabriella Maffioletti che da sempre segue con grande attenzione e competenza il problema degli affidamenti dei minori.
Il problema nell'ultimo periodo, grazie anche a numerose trasmissioni televisive, ha fatto emergere grandi problematiche, incongruenze, contraddizioni e comportamenti poco etici da parte di alcune assistenti sociali.
Ma che il problema sia molto sentito in tutt'Italia è dimostrato anche dai numerosi lettori che hanno seguito fin dall'inizio la storia di Stella, la bambina della val di Non. (oltre 50mila i lettori ad oggi di tutti gli articoli e decine di e-mail di denuncia arrivate in redazione)
Gabriella Maffioletti è stata la prima consigliere comunale in tutta Italia ad avere chiesto la rivisitazione del ruolo dei servizi sociali e rivendica il primato di avere presentato tutta una serie di atti consiliari nel tentativo di migliorare quello che a tutt'oggi è la piaga degli “allontanamenti facili”.
«I servizi sociali, è bene chiarire ove ancora non fosse chiaro, sono il braccio destro del tribunale dei minori ai quali vengono attribuiti dei compiti di primaria importanza in quanto godono per legge di arbitraria autonomia funzionale di monitorare e stilare relazioni che sono le pagelle con le quali poi il Tribunale dei minori formato da un giudice togato e da ben due giudici onorari (psicologi) decreta un allontanamento del minore» - attacca subito Maffioletti che poi continua come un fiume in piena, «In tutti questi anni in cui ho posto l'attenzione politica sul tema degli “allontanamenti facili” ho potuto, collaborando spesso insieme sui casi trattati dallo stesso avvocato in menzione e dal CCDU, notare che spesso la analisi e le rispettive rispondenze dell'assistente sociale di riferimento sono basate su pareri pregiudizievoli e spesso ostativi e contrari del diritto alla tutela ed alla salvaguardia della famiglia, così come normato a più livelli giurisdizionali ad iniziare dal dettame della Convenzione dei diritti del fanciullo fino a scendere alla nostra legislazione italiana».
LA REGISTRAZIONE DEL MINORE - «Il fatto poi che un minore, - continua Maffioletti - debba registrare un incontro con l'assistente sociale per documentare e porre fine a tutta una serie di degradanti scenari illustrati e trasferiti dalla A.S. Descrivendo i genitori naturali dai quali è stato “tolto” da anni e pertanto di cui ha conoscenza ormai limitata, la dice lunga sulla certezza del diritto all'ascolto del minore e al giusto contradditorio che esiste in ogni grado di giudizio per chi incappa in guai giudiziari. Abbiamo cercato in tutti questi anni di dimostrare che spesso dietro questi “allontanamenti facili” e in questo sistema deviato di “adozioni mascherate” si cela un business di un enorme volume di affari e alimenta al contempo anche un circuito spesso vizioso di una vera e propria industria del sociale: cooperative che operano nel recupero di minori, strutture dedicate (con personale ad hoc assunto per assistere i minori), psicologi, psichiatri, avvocati, educatori sociali e assistenti sociali , tutori ecc».
GLI INTERESSI DEL MINORE - «Il fatto poi che questa minore sia stata collocata in una struttura lontana e fuori provincia è l'ennesima dimostrazione di quanto la nostra speciale Autonomia ancora non trovi le eccellenze specialistiche sul proprio territorio giacchè è quantomeno sintomatico che si debbano stipulare convenzioni con altre strutture lontane dal nostro territorio (perciò con tutta una serie di implicazioni negative al seguito: controllo e vigilanza per Ente erogatore dei soldi e spese di trasferta per viaggio per i genitori spesso già indigenti) le cui rette giornaliere hanno significativi costi . E' evidente che l'interesse preminente del minore a rimanere nella propria famiglia di origine rimuovendone gli ostacoli e le criticità che impediscono la crescita psicofisica in maniera armoniosa è un sano editto giuridico che rimane però lettera morta dinanzi al caso di Stella e di molti altri minori e genitori che abbiamo purtroppo dovuto assisterein tutti questi anni di solitaria battaglia di giustizia con tutta una serie di informazioni, documenti amministrativi ed iniziative volte a formulare un progetto di reale recupero della genitorialità e di inserimento intra-famigliare disciplina dell'adozione e dell'affido minorile così come la legge prevede :legge 28 marzo 2001 n.149 e così come già enunciato con sentenza della Cass. Civ. Sez. I, n. 111019 del 12 maggio 2006».
Vicenda Stella, Maffioletti: «adozioni solo un business delle cooperative sociali»
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Dopo la pubblicazione della lettera di "Stella" e le controrepliche, da parte del Dr. Zanon e della mamma di "Stella", (che smentisce Zanon) e infine la risposta durissima dell'avv. Miraglia allo stesso responsabile delle politiche sociali della comunità della val di Non, nella diatriba entra anche l'ex consigliere comunale e delegata regionale di Adiantum per i rapporti con gli Enti locali Gabriella Maffioletti che da sempre segue con grande attenzione e competenza il problema degli affidamenti dei minori.
Il problema nell'ultimo periodo, grazie anche a numerose trasmissioni televisive, ha fatto emergere grandi problematiche, incongruenze, contraddizioni e comportamenti poco etici da parte di alcune assistenti sociali.
Ma che il problema sia molto sentito in tutt'Italia è dimostrato anche dai numerosi lettori che hanno seguito fin dall'inizio la storia di Stella, la bambina della val di Non. (oltre 50mila i lettori ad oggi di tutti gli articoli e decine di e-mail di denuncia arrivate in redazione)
Gabriella Maffioletti è stata la prima consigliere comunale in tutta Italia ad avere chiesto la rivisitazione del ruolo dei servizi sociali e rivendica il primato di avere presentato tutta una serie di atti consiliari nel tentativo di migliorare quello che a tutt'oggi è la piaga degli “allontanamenti facili”.
«I servizi sociali, è bene chiarire ove ancora non fosse chiaro, sono il braccio destro del tribunale dei minori ai quali vengono attribuiti dei compiti di primaria importanza in quanto godono per legge di arbitraria autonomia funzionale di monitorare e stilare relazioni che sono le pagelle con le quali poi il Tribunale dei minori formato da un giudice togato e da ben due giudici onorari (psicologi) decreta un allontanamento del minore» - attacca subito Maffioletti che poi continua come un fiume in piena, «In tutti questi anni in cui ho posto l'attenzione politica sul tema degli “allontanamenti facili” ho potuto, collaborando spesso insieme sui casi trattati dallo stesso avvocato in menzione e dal CCDU, notare che spesso la analisi e le rispettive rispondenze dell'assistente sociale di riferimento sono basate su pareri pregiudizievoli e spesso ostativi e contrari del diritto alla tutela ed alla salvaguardia della famiglia, così come normato a più livelli giurisdizionali ad iniziare dal dettame della Convenzione dei diritti del fanciullo fino a scendere alla nostra legislazione italiana».
LA REGISTRAZIONE DEL MINORE - «Il fatto poi che un minore, - continua Maffioletti - debba registrare un incontro con l'assistente sociale per documentare e porre fine a tutta una serie di degradanti scenari illustrati e trasferiti dalla A.S. Descrivendo i genitori naturali dai quali è stato “tolto” da anni e pertanto di cui ha conoscenza ormai limitata, la dice lunga sulla certezza del diritto all'ascolto del minore e al giusto contradditorio che esiste in ogni grado di giudizio per chi incappa in guai giudiziari. Abbiamo cercato in tutti questi anni di dimostrare che spesso dietro questi “allontanamenti facili” e in questo sistema deviato di “adozioni mascherate” si cela un business di un enorme volume di affari e alimenta al contempo anche un circuito spesso vizioso di una vera e propria industria del sociale: cooperative che operano nel recupero di minori, strutture dedicate (con personale ad hoc assunto per assistere i minori), psicologi, psichiatri, avvocati, educatori sociali e assistenti sociali , tutori ecc».
GLI INTERESSI DEL MINORE - «Il fatto poi che questa minore sia stata collocata in una struttura lontana e fuori provincia è l'ennesima dimostrazione di quanto la nostra speciale Autonomia ancora non trovi le eccellenze specialistiche sul proprio territorio giacchè è quantomeno sintomatico che si debbano stipulare convenzioni con altre strutture lontane dal nostro territorio (perciò con tutta una serie di implicazioni negative al seguito: controllo e vigilanza per Ente erogatore dei soldi e spese di trasferta per viaggio per i genitori spesso già indigenti) le cui rette giornaliere hanno significativi costi . E' evidente che l'interesse preminente del minore a rimanere nella propria famiglia di origine rimuovendone gli ostacoli e le criticità che impediscono la crescita psicofisica in maniera armoniosa è un sano editto giuridico che rimane però lettera morta dinanzi al caso di Stella e di molti altri minori e genitori che abbiamo purtroppo dovuto assisterein tutti questi anni di solitaria battaglia di giustizia con tutta una serie di informazioni, documenti amministrativi ed iniziative volte a formulare un progetto di reale recupero della genitorialità e di inserimento intra-famigliare disciplina dell'adozione e dell'affido minorile così come la legge prevede :legge 28 marzo 2001 n.149 e così come già enunciato con sentenza della Cass. Civ. Sez. I, n. 111019 del 12 maggio 2006».